Cronaca

Cannabis, il Consiglio comunale di Milano vota per la legalizzazione

Il Consiglio ha chiesto al sindaco e alla giunta di attivarsi con il Parlamento per sostenere l’approvazione di una legge sulla legalizzazione della produzione e del consumo della marijuana. Lega vuole fare il test del capello a tutti i consiglieri e scoppia la bagarre

Il Consiglio comunale di Milano ha votato a favore della ‘legalizzazione’ delle cannabis. La decisione è arrivata al termine di una seduta molto accesa dove da una parte la Lega e dall’altra parte la maggioranza non si sono risparmiati. L’ordine del giorno di lunedì 14 febbraio, che ha come primo firmatario Filippo Barberis (Pd), – passato con il sì della maggioranza di centrosinistra e non solo – prevede che il sindaco Beppe Sala e la sua Giunta si attivino con il Parlamento per sostenere l’approvazione di una legge sulla legalizzazione della produzione e del consumo della marijuana e dei suoi derivati.

Il punto sulla legalizzazione della cannabis

Questo alla luce delle raccomandazioni dell’Oms: ovvero la rimozione della cannabis dalla tabella IV della Convenzione unica sugli stupefacenti del 1961, che contiene le sostanze “particolarmente dannose e di valore medico o terapeutico estremamente ridotto” e l’inserimento di determinate preparazioni farmaceutiche a base di cannabis nella tabella III della stessa convenzione che elenca le sostanze con valore terapeutico e con basso rischio di abuso. Nonché considerando che l’Italia ha legalizzato l’uso di cannabinoidi per finalità mediche nel 2007 e che dal 2014 c’è in atto la produzione di cannabis in territorio nazionale con diversi progetti pilota.

La legalizzazione servirebbe tra l’altro a dare un duro colpo alla criminalità e rappresenterebbe un incremento del PIL e un aumento conseguente di entrate per le finanze pubbliche. La Relazione annuale del Parlamento sulle tossicodipendenze del 2021 riporta che il mercato delle sostanze stupefacenti muove attività economiche per 16,2 miliardi di euro, di cui circa il 39% attribuibile al consumo dei derivati della cannabis e quasi il 32% all’utilizzo di cocaina. Anche per questo motivo, probabilmente, oltre un terzo della popolazione carceraria è costituito da soggetti detenuti per reati droga correlati. La legalizzazione aiuterebbe anche a risolvere il problema dell’affollamento delle celle.

Così come il numero dei consumatori non è irrisorio e la legalizzazione, come è avvenuto in altri Stati dove la cannabis non è perseguita per legge, solitamente non comporta un aumento dei consumi. Alle Prefetture italiane sono pervenute 32.879 segnalazioni per detenzione di sostanze psicotrope per uso personale, riguardanti 31.016 persone. Un terzo dei segnalati ha più di 40 anni e il 9,4% è minorenne. Il 74% delle segnalazioni ha riguardato cannabis, il 19% cocaina. La cannabis è stata la sostanza più utilizzata nel 2020: circa un quinto degli studenti ne ha fatto uso almeno una volta. Nella maggior parte dei casi (91%), questa è stata l’unica sostanza consumata dai ragazzi e dalle ragazze delle scuole.

Cannabis legale: la discussione in aula a Milano

Durante la discussione in Aula la consigliera della Lega Deborah Giovanati ha detto che “non deve passare il messaggio della banalizzazione del consumo della cannabis”, e ha chiesto ai suoi colleghi di fare il test del capello. “Se passerà questo emendamento illiberale mi accenderò una canna davanti a Palazzo Marino e ti regalerò una ciocca di capelli”, la risposta di Daniele Nahum, consigliere del Pd e tra i firmatari della proposta.

“Questa è un’aula istituzionale e qui facciamo le cose serie – ha detto poi il consigliere dei Verdi, Carlo Monguzzi, rivolgendosi a Giovanati – il test del capello chi vuole lo faccia dove vuole, non qui”. L’ala liberal di Forza Italia si è dimostrata favorevole all’ordine del giorno, non senza qualche critica. Il capogruppo di Fi Alessandro De Chirico ha votato la mozione del centrosinistra, anche se “è scritta in maniera confusionaria”, visto che “parlare di cannabis ludica e terapeutica nella stessa proposta è sminuente per chi, per varie patologie, deve acquistare prodotti in farmacia o al mercato nero”.

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