Cronaca

Ragazza violentata a Milano, il passante che l’ha salvata: «Chiedeva aiuto con gli occhi e l’ho raggiunta»

L’aggressione in zona Bocconi a Milano il 6 febbraio: la vittima è una studentessa fuorisede di 20 anni: «Ha chiesto in inglese se volevo fumare una sigaretta, poi ha iniziato a trascinarmi e strattonarmi». Il 29enne marocchino Youssef Safieddine incastrato da Dna e cellulare: è irregolare e senza fissa dimora

«Mi ha guardato dritto negli occhi, e ho intuito che c’era qualcosa che non andava». È quello sguardo a convincere in qualche modo a intervenire il 30enne che passava da quella piccola via di Milano, a due passi dalla movida dei Navigli, di giorno affollata per il via vai di bocconiani, di notte deserta. All’inizio l’uomo tira dritto verso il portone di casa, fa salire la compagna, poi vince il dubbio. Si decide a tornare indietro, questioni di minuti: fa retromarcia, si avvicina, chiede se è tutto ok. L’aggressore prova ad allontanarlo: «Cosa vuoi, perché ti immischi?». L’intervento dello sconosciuto permette però a una 20enne, studentessa fuorisede, di sfruttare l’attimo di distrazione, di divincolarsi dalla presa dell’aggressore che la schiaccia sul cofano dell’auto (che a quel punto s’allontana) e a interrompere la violenza sessuale.

La ricostruzione dei fatti

Sono da poco passate le 3 del mattino del 6 febbraio. La ragazza è in stato di choc. È in lacrime, prova a ricomporsi. La coppia la soccorre, avverte il 112 e la accompagna alla clinica Mangiagalli. Qualche ora dopo, con i carabinieri del nucleo operativo della compagnia Duomo, riavvolge il nastro di quel lungo sabato sera. La cena in compagnia di tre amici in un locale con terrazza vista Duomo. La scelta di spostarsi verso zona Ticinese, nella stanza d’albergo presa in affitto da uno dei suoi amici di passaggio in città. Tra chiacchiere e alcol si fa notte. Arriva l’ora di fare ritorno a casa. Gli amici la accompagnano a una fermata dei mezzi pubblici in viale Bligny, poi si dividono. Sotto la pensilina c’è un signore che poco dopo s’allontana. Il display segna mezz’ora d’attesa. Accende una sigaretta per ingannare il tempo. Un ragazzo s’avvicina. Le si rivolge in inglese: le chiede in prestito l’accendino, poi le chiede se vuole fumare una sigaretta insieme, poco più in là, dietro l’angolo, ai piedi del campus della Bocconi. Lei accetta, lo segue. Una telecamera in zona li inquadra per un istante: camminano fianco a fianco, lui l’abbraccia. «Quando ho visto che non si fermava, che mi stava portando sempre più lontano dalla fermata, gli ho detto che non mi volevo allontanare, ma lui non m’ascoltava e mi strattonava».

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