Il Palazzo Reale di Milano
Il Palazzo Reale di Milano (già Palazzo del Broletto Vecchio) è stato per molti secoli sede del governo della città di Milano, del Regno del Lombardo-Veneto e poi residenza reale fino al 1919, quando viene acquisito al demanio diventando sede di mostre ed esposizioni.
Originariamente progettato con un sistema di due cortili, poi parzialmente demoliti per lasciare spazio al Duomo, il palazzo è situato alla destra della facciata del duomo in posizione opposta rispetto alla Galleria Vittorio Emanuele II. La facciata del palazzo, seguendo la linea dell’antico cortile, forma una rientranza rispetto a piazza del Duomo, chiamata piazzetta reale.
Di particolare importanza è la Sala delle Cariatidi al piano nobile del palazzo, che occupa il luogo dell’antico teatro bruciato nel 1776 ed è l’ambiente più significativo sopravvissuto, anche se gravemente danneggiato, al pesante bombardamento anglo-americano del 1943; ai danni causati dagli spezzoni incendiari e dai violenti spostamenti d’aria fece seguito uno stato di abbandono durato per più di due anni, fatto questo che causò al palazzo danni ben più gravi, con la perdita di buona parte degli interni neoclassici.
Storia
Le origini: il Broletto Vecchio
Campanile della chiesa di San Gottardo in Corte, unico elemento sopravvissuto riconducibile all’antico stile gotico del palazzo medioevale
Legato a filo doppio con la storia della città, Palazzo Reale ha origini antiche. Un palazzo preesistente che sorgeva sulla stessa area, il Broletto Vecchio, detto anche Brolo dell’Arcivescovo o Brolo di Sant’Ambrogio[1], fu la prima sede del governo della città di cui si abbia notizia documentata: espletò questa funzione durante il periodo dei comuni nel basso medioevo.
Terminò questa funzione nel 1251, quando la sede municipale venne trasferita presso il Palazzo della Ragione[2]. Il Broletto Vecchio esisteva almeno dal X secolo, visto che è citato dal cronista Liutprando di Cremona, e forse è stato costruito su un edificio preesistente di epoca romana avente funzioni analoghe[1].
Il Broletto Vecchio fu poi ristrutturato trasformandosi nel futuro “Palazzo Reale”[3]: il primo nome con cui quest’ultimo era noto, Palazzo del Broletto Vecchio, richiamava l’antico edificio preesistente. Palazzo Reale diviene centro politico durante le signorie delle casate Torriani, Visconti e Sforza, assumendo il ruolo di Palazzo Ducale, cioè di sede del Ducato di Milano.[4] Successivamente alla costruzione del duomo, avvenne un importante intervento di ristrutturazione, sotto il governo di Francesco Sforza.
Il Cinquecento
Nella prima metà del Cinquecento, con la caduta del governo degli Sforza e l’invasione francese, il Castello Sforzesco che sino a quel momento aveva accolto la residenza ufficiale dei duchi di Milano era divenuto sempre più un fortilizio adatto alle armi più che un gradevole palazzo di rappresentanza. Fu sotto il dominio francese di Luigi XII prima e di Francesco I che si procedette allo spostamento della sede della corte entro l’attuale Palazzo Reale.Luca Carlevarijs, Palazzo Ducale di Milano in occasione dell’arrivo del Re di Spagna Carlo III nel 1711
Sarà però solo con il periodo spagnolo che vediamo una completa fioritura di tutta l’opera, grazie all’arrivo in città del governatore Ferrante Gonzaga il quale prende residenza stabile in città dal 1546, elevando la corte ducale a vero e proprio palazzo di residenza del governo milanese (Palazzo Gonzaga). Sarà infatti il Gonzaga ad inaugurare i primi lavori per realizzare le sale di rappresentanza del complesso, restaurando anche il corpo dell’edificio posto tra il cortile e il giardino, affidato all’opera di Domenico Giunti. La struttura accoglie in un primo momento anche gli altri organi di rappresentanza dello stato che vengono accolti nelle due braccia laterali della struttura dando alloggio al Senato cittadino ed ai Tribunali Regi, al Magistrato ordinario ed a quello straordinario.
Per perseguire questi progetti, sappiamo che il governatore Gonzaga fece demolire l’antica chiesa di Sant’Andrea al Muro Rotto, annettendone il terreno all’area del palazzo, mentre una strada interna e chiusa conduceva dal cortile d’onore alla chiesa di San Gottardo che avrà sempre più la funzione di Cappella Palatina.
Nel 1535 Milano passa al dominio spagnolo sotto cui rimarrà fino al 1714. I nuovi governatori si insediano nel Palazzo e intraprendono importanti lavori di ristrutturazione e ampliamento. Al suo interno viene costruito il primo teatro di Milano (1594), distrutto da un incendio nel 1659 e ricostruito solo nel 1717 fino a che nel 1776 venne decisa la sua demolizione e la contemporanea costruzione del celeberrimo attuale Teatro alla Scala.