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5 motivi per visitare la mostra di Van Gogh a Milano

Il MUDEC di Milano dedica una mostra a uno degli aspetti meno conosciuti del pittore olandese e supera alcuni dei luoghi comuni legati alla sua produzione. E in più, sempre in città, un’esperienza immersiva da non perdere.

La mostra di Van Gogh al MUDEC di Milano va in scena fino al 28 gennaio 2024

Van Gogh non è solo l’autodidatta di talento, il maestro dei girasoli, l’artista del manicomio e della pazzia suicida. E non è soltanto il solitario artista immerso totalmente nella natura, l’uomo dal carattere difficile e dalla biografia contrastata che rifugge il contatto con il mondo esterno. Van Gogh è certamente l’artista degli stereotipi, frasi fatte che hanno condizionato e ancora condizionano la narrazione al pubblico del mito del grande artista olandese nato a Zundert nel 1853 e morto a Auvers-sur-Oise nel 1890.

Vincent van Gogh non fu solo un pittore di indiscussa maestria ma anche un intellettuale colto e al passo con i tempi. Proprio per comprendere la complessità della sua personalità, al di là dei luoghi comuni più inflazionati, è importante e doveroso mettere a fuoco non solo la sua poetica e la sua tecnica pittorica, ma anche la ricchezza e la profondità dei suoi interessi culturali, alla base della sua visione dell’esistenza e dell’arte.

La mostra di Van Gogh a Milano, non solo genio e sregolatezza

La mostra “Vincent Van Gogh. Pittore colto”, prodotta da 24 ORE Cultura e promossa dal Comune di Milano-Cultura (MUDEC, fino al 28 gennaio 2024), va proprio in questa direzione, e ribalta la prospettiva dello stereotipo-Van Gogh per proporre il suo lato meno conosciuto e più sorprendentemente aggiornato sul dibattito culturale del suo tempo. Appassionato lettore e collezionista di stampe, oltre che attento osservatore delle tendenze artistiche più attuali, nelle sue lettere troviamo condensata in una sola riga la testimonianza più viva dello stretto legame con il contesto culturale della sua epoca: «I libri, la realtà e l’arte per me sono una cosa sola».

L’amore per l’arte giapponese

Attraverso un percorso cronologico e tematico, l’esposizione propone un’inedita lettura delle opere dell’artista, evidenziando in modo particolare il rapporto fra la visione pittorica e la profondità della sua dimensione intellettuale, che si esprime da un lato nell’appassionato interesse per i libri, e dell’altro nella fascinazione per il Giappone e le stampe giapponesi, collezionate in gran numero.

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