Mostre

Lucia Cantò a Milano con una mostra fatta assieme ai cittadini

Selezionati con una open call, undici residenti nella zona circostante la Fondazione Elpis hanno partecipato alla creazione delle opere in mostra, ospitati dall’artista Lucia Cantò nel suo laboratorio

Vulnerabilità che diventa potenza e viceversa. La mostra di Lucia Cantò (Pescara, 1995) è un racconto intimo che abita il piano terra di Fondazione Elpis, presentando tre installazioni di grande formato. Muovendosi tra assonanze e contrasti, l’artista le traduce in movimento – vettoriale il primo (Madre) e concentrico il secondo (Stellario) – il cui equilibrio si realizza in Edilizia di un pensiero, tra tubi zincati e fiori recisi. La materia, e la ricerca che ne deriva, conduce il ritmo di questi movimenti, mentre riflette sul suo stesso essere fragile, mutevole, effimera

Una metafora di comunità nella mostra di Fondazione Elpis

Le installazioni sono tutte di nuova produzione e accompagnate da una serie di disegni che “costellano” la poetica dell’artista, come un diario il cui segreto viene svelato per l’esposizione. Sembra di riconoscere due costanti nel lavoro di Lucia Cantò osservando la mostra: la fragilità della carta, emotiva e impulsiva, come uno schizzo a matita e la statuaria progettualità delle tre installazioni (MadreEdilizia di un pensiero e Stellario), la cui infrangibilità è tuttavia tradita della delicatezza del pensiero che le ha concepite. Cambiamento e trasformazione ne caratterizzano la fruizione, come l’appassimento inevitabile dei fiori recisi -a cui si alternano fusioni metalliche degli stessi – appesi alle mantovane parasassi in Edilizia di un pensiero, mentre l’idea di collettività e scambio ne conduce la rivelazione, come in Madre e Stellario, entrambe accomunate da una collaborazione di forze, necessaria per permettere alle strutture di sostenersi. 

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